Focus sulla salute del fegato: prevenzione e riduzione della steatosi epatica non alcolica

Pubblicato: Luglio 25, 2024
Dr. Wolfgang Bachmann
Dr. Wolfgang Bachmann

Medico di base

La malattia del fegato grasso non alcolica (NAFLD) è una delle patologie epatiche più comuni nei Paesi industrializzati e negli ultimi anni è diventata sempre più oggetto di attenzione da parte degli esperti di salute. È causata da abitudini alimentari non salutari e da fattori legati allo stile di vita ed è oggigiorno un problema molto diffuso, sebbene spesso non sia riconosciuto.

 


Circa il 25% della popolazione mondiale soffre di NAFLD, la più diffusa malattia del fegato. Chi ne è affetto presenta un rischio maggiore di sviluppare in seguito patologie epatiche più gravi, come la cirrosi o il cancro al fegato.




Che cos’è la steatosi epatica non alcolica?

Come suggerisce il nome, la NAFLD è una malattia del fegato non associata al consumo di alcol. Si verifica quando il grasso si accumula nelle cellule del fegato, con conseguente compromissione della funzionalità epatica.

Tra lieve accumulo e grave infiammazione - la cosiddetta malattia del fegato grasso non alcolica può avere diversi stadi:

  1. Steatosi epatica non alcolica (NAFL): si tratta di un puro accumulo di grasso senza infiammazione o cicatrici.
  2. Steatoepatite non alcolica (NASH): questa forma è caratterizzata da infiammazione e cicatrizzazione, possibile causa di complicazioni epatiche gravi.

steatosi epatica non alcolica

Cause della steatosi epatica non alcolica: quali sono i fattori scatenanti?

Lo sviluppo della NAFLD può essere attribuito a vari fattori:

  • Obesità: l’aumento del peso corporeo, soprattutto se accumulato sotto forma di grasso addominale, svolge un ruolo centrale nello sviluppo della NAFLD.
  • Resistenza all’insulina: un’alterata sensibilità all’insulina, spesso associata al diabete di tipo 2, può contribuire allo sviluppo della NAFLD.
  • Genetica: i risultati di recenti ricerche indicano che anche la predisposizione genetica potrebbe svolgere un ruolo importante.
  • Alimentazione: una dieta non sana con un’alta percentuale di grassi saturi, grassi trans e zuccheri, contenuti, per esempio, nel cibo dei fast food e nelle bevande zuccherate, rappresenta un forte fattore di rischio.
  • Mancanza di esercizio fisico: uno stile di vita sedentario può contribuire allo sviluppo o al peggioramento della NAFLD.

I sintomi della steatosi epatica non alcolica in sintesi

La steatosi epatica non alcolica spesso progredisce in modo graduale e in molti casi è asintomatica nelle fasi iniziali, per cui può svilupparsi senza alcun fastidio o disturbo riconoscibile. Ciò rende la diagnosi precoce una vera sfida. Con il progredire della malattia, tuttavia, si manifestano alcuni sintomi che fungono da campanello d’allarme. Questi includono:

  • Affaticamento: stanchezza e debolezza persistenti che non possono essere spiegate da cause usuali, come la mancanza di sonno o lo stress.
  • Dolore all’addome superiore: dolore sordo o lancinante nella parte superiore destra dell’addome, direttamente sotto le costole.
  • Perdita di peso: dimagrimento improvviso e inspiegabile, non causato da cambiamenti nella dieta o dall’attività fisica.
  • Ingiallimento: ingiallimento della pelle e degli occhi, noto anche come ittero, soprattutto nella fase avanzata.
  • Ingrossamento del fegato: ingrossamento del fegato che può essere percepito o rilevato durante una visita medica.
  • Edema: accumulo di acqua nel corpo che porta a gonfiore, soprattutto negli stadi avanzati.

In tale contesto, è importante sottolineare che la comparsa di uno o più di questi sintomi non è necessariamente indice di NAFLD, ma è sempre opportuno rivolgersi al medico qualora si abbiano dei sospetti.

 

fegato grasso sintomi

Metodi naturali per prevenire e curare la steatosi epatica non alcolica

La steatosi epatica non alcolica (NAFLD) richiede un approccio mirato che tenga conto sia delle raccomandazioni sanitarie generali sia di un supporto naturale specifico.

1. Alimentazione sana: una dieta equilibrata ricca prodotti integrali, frutta fresca, verdura e proteine magre può ridurre l’accumulo di grasso nel fegato. Vanno evitati soprattutto i grassi saturi, i grassi trans e lo zucchero.

Basandosi sui vari studi condotti in tale ambito, si raccomanda spesso una dieta a ridotto contenuto calorico, con particolare attenzione ai carboidrati e ai grassi. Attualmente si presta particolare attenzione alle diete a basso contenuto di carboidrati nonché alle diete mediterranee. Anche un consumo moderato di caffè può aiutare a prevenire le malattie del fegato.

2. Regolare esercizio fisico: anche un’attività fisica moderata, come una passeggiata quotidiana, può ridurre il rischio di fegato grasso e contribuire a rallentare la progressione della malattia.

Alcuni studi hanno dimostrato che l’esercizio fisico aerobico regolare, ad esempio 3-4 volte alla settimana per 30-60 minuti, riduce il contenuto di grasso nel fegato nei pazienti NAFLD in sovrappeso, sebbene non si verifichi una perdita di peso. I benefici dell’attività fisica risiedono nella riduzione dell’infiammazione e nel cambiamento del metabolismo dei grassi nel fegato.

3. Controllo del peso: il sovrappeso e l’obesità sono fattori importanti nello sviluppo della NAFLD. Una perdita di peso graduale e sostenuta può contribuire sia alla prevenzione che al trattamento della stessa.

Gli studi hanno dimostrato che i cambiamenti dello stile di vita, come la dieta e l’attività fisica, possono migliorare la salute del fegato nei pazienti con NAFLD. La perdita di peso è particolarmente efficace: una riduzione del 5% del peso corporeo migliora il fegato grasso e una perdita di peso del 7% porta a risultati ancora migliori. Tuttavia, solo il 50% dei pazienti raggiunge la soglia del 7%. Con una perdita di peso maggiore, pari o superiore al 10%, quasi tutti i pazienti registrano un miglioramento significativo della salute del fegato, compresa una riduzione delle dimensioni del fegato grasso.

4. Limitare il consumo di alcol: un consumo moderato di alcol entro i limiti raccomandati può contribuire a mantenere la salute del fegato.

5. Controllare i farmaci: alcuni farmaci possono sovraccaricare il fegato. È essenziale discuterne l’utilizzo con un medico e sottoporsi a regolari visite di controllo.


6. Visite mediche regolari: è particolarmente importante che le persone ad alto rischio si sottopongano a regolari visite mediche ed esami del sangue per monitorare le condizioni del fegato.

Oltre alle misure generali sopra menzionate, esistono anche integratori alimentari e rimedi naturali specifici che giocano un ruolo importante nella discussione sulla prevenzione e sul trattamento della NAFLD:

  • Acidi grassi omega 3: questi acidi grassi polinsaturi sono noti per le loro proprietà antinfiammatorie e cardioprotettive. Nella NAFLD, gli acidi grassi omega 3 possono contribuire a ridurre i depositi di grasso nel fegato e a ridurre le infiammazioni. Gli studi hanno dimostrato che essi non solo migliorano la funzione epatica, ma possono anche avere un effetto positivo sui livelli di colesterolo.

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  • Vitamina E: essendo uno dei più potenti antiossidanti naturali, la vitamina E può contribuire a ridurre lo stress ossidativo che può causare danni al fegato. Diversi studi suggeriscono che la vitamina E può migliorare la salute del fegato nei pazienti affetti da NAFLD, in particolare per quanto riguarda le infiammazioni e la cicatrizzazione.

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  • Carciofo e cardo mariano: sia il cardo mariano che il carciofo sono noti per le loro proprietà di rafforzamento del fegato. Il cardo mariano contiene silimarina, un composto noto per i suoi effetti antiossidanti e antinfiammatori. Alcuni studi suggeriscono che esso può proteggere il fegato dalle tossine e favorirne la rigenerazione. L’estratto di carciofo, invece, contiene cinarina, la quale può favorire il flusso biliare e presenta proprietà antiossidanti. Questi due elementi agiscono sinergicamente per promuovere la salute del fegato.

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  • Curcuma: la curcumina, principio attivo della curcuma, ha dimostrato di possedere proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e protettive per il fegato, come rilevato in numerosi studi. Essa può contribuire a ridurre il danno ossidativo nel fegato e a sostenere il naturale processo di disintossicazione.

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Fonti (in lingua inglese): 

Cotter, T. G., & Rinella, M. (2020). Nonalcoholic Fatty Liver Disease 2020: The State of the Disease. Gastroenterology, 158(7), 1851–1864. doi: 10.1053/j.gastro.2020.01.052

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Rinella M. E. (2015). Nonalcoholic fatty liver disease: a systematic review. JAMA, 313(22), 2263–2273. https://doi.org/10.1001/jama.2015.5370

Tokushige, K., Ikejima, K., Ono, M., Eguchi, Y., Kamada, Y., Itoh, Y., Akuta, N., Yoneda, M., Iwasa, M., Yoneda, M., Otsuka, M., Tamaki, N., Kogiso, T., Miwa, H., Chayama, K., Enomoto, N., Shimosegawa, T., Takehara, T., & Koike, K. (2021). Evidence-based clinical practice guidelines for nonalcoholic fatty liver disease/nonalcoholic steatohepatitis 2020. Journal of gastroenterology, 56(11), 951–963. https://doi.org/10.1007/s00535-021-01796-x